Archivi del giorno: 7 novembre 2009

Il Monte Migogn

Grc2 (103)

Il Monte Migogn m. 2.389 slm

IL Monte Migogn è una della montagne più belle dell’ Alto Agordino, viene considerato da molti una montagna di “serie B” ma erroneamente, infatti avrete occasione di rendervi conto di questo facendo “L’ Alta Via delle Creste”, sentiero molto impegnativo che attraversa in quota le tre cime del monte raggiungendo la massima elevazione di 2.389 metri di altitudine.

Per fare l’ escursione completa si può partire dal Passo Fedaia, raggiungere il  Rifugio Padon, prendere il sentiero in direzione del Passo delle Crepe Rosse,  attraversare in quota con diversi saliscendi tutte le  creste del monte per poi arrivare alla massima elevazione alla pala di mezzo.

Di qui a poco si raggiunge attraverso un breve tratto attrezzato alquanto esposto su roccette, la croce posta sulla terza pala.

Ci si appresta ora ad una lunghissima e faticosa discesa verso l’ abitato di Ronch di Laste per poi raggiungere Saviner di Laste attraverso una vecchia ma agibilissima strada militare costruita dagli Alpini durante la Grande Guerra.

Un consiglio che vi do, non sottovalutate  questa escursione, basti pensare che ci sono più di 800 metri di dislivello in salita e più di 1.700 in discesa.

Attorno al  Monte Migogn ci sono diverse leggende, una di queste narra che un tempo era ricoperto da papaveri,  nel sottosuolo si trovava moltissimo oro ed era abitato da un popolo molto felice; purtroppo un giorno per un incantesimo di una strega di Canazei questo popolo fu condannato a vivere nel sottosuolo ed a non poter più risalire in superficie.

Nelle leggende c’ è sempre uno sfondo di verità, infatti non molto tempo fa, verso il passo Fedaia è stato trovato un filone di pirite, e forse ancora per quel vecchio incantesimo le popolazioni di Laste e di Rocca Pietore non si guardano di buon occhio con quelle della Val di Fassa.

Comunque auguro una buona escursione a tutti quelli che vogliono affrontare “L’ Alta Via delle Creste” con la speranza di trovare qualche pepita  d’ oro.

Salutoni

Max Bassot